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Gremlins & Dogs

by TDK

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2.
Bushido 06:59
3.

about

C'è un gremlin nel salotto.
Avete presente quel portachiavi fatto apposta per voi che avete trovato per caso, un giorno, nel vostro negozio di stronzatine preferite?
Ecco, io sono più o meno quel portachiavi: buffo, piccoletto, non invasivo, necessario a dare quel tocco di colore alle cose fondamentali della tua vita, le chiavi con cui apri casa, le chiavi della tua macchina, le chiavi di quel discorso, che può essere un film, una serie tv, un libro, un disco.
C'è un gremlin nel salotto.
Non puoi sapere quando troverai il portachiavi che fa per te: magari c'è un personaggio iconico su cui hai basato il tuo carattere, e ne cerchi un feticcio che ne sia la riproduzione, ma non ce l'hanno nel negozio sotto casa.
Quindi cominci a cercare negozi di stronzatine, in quei negozi di stronzatine compri altre stronzatine che occupano il tuo tempo, cose di cui ti ricordi e cose di cui ti dimentichi, cose che ti arricchiscono e cose che ti intrattengono.
Magari ti affezioni a qualche tipo di stronzatina in particolare, che ne so, i dischi, e cominci a comprarne tanti, a sentirne tanti, ma questo è un altro discorso.
C'è un gremlin nel salotto.
Poi magari un giorno sei in pasticceria, compri un uovo di Pasqua e come sorpresa triste ci trovi un portachiavi.
O sei a casa di un'amica, le hanno regalato un portachiavi di cui non sa che farsene, e te lo ricicla come un regalo di Natale non gradito.
O sei al tuo negozio di stronzatine preferito, e quel giorno sono arrivati i portachiavi limited edition di cui ti avevano parlato, ma che non riuscivi a trovare.
O chi lo sa, magari stai navigando su internet, a vedere se c'è un qualche ucraino su Etsy che fabbrica pezzi unici, tra cui quello che cerchi.
C'è un gremlin nel salotto.
C'ho mia madre con l'ernia, e mentre sento un pezzo di Ernia sento che la mia vita è Rambo, ma interpretato da Leone di Lernia.
C'è un gremlin nel salotto.
I portachiavi, dicevamo.
L'hai trovato, finalmente, ti ci affezioni, ti ci spalleggi come Ryo Saeba con Kaori Makimura, e viceversa.
Quando trovi il tuo portachiavi preferito, la cosa più bella è che lui non ha bisogno di una Vera Nabokov che gli tagli la carne e lo imbocchi, ma magari lo faresti pure.
Quindi adesso abbiamo, ricapitolando: chiavi di casa, della macchina, discorsi, serie tv, etc, e il portachiavi.
È pure carino come portachiavi, è un dispenser di buona musica, ha bei gusti, forse un po' eccentrici ed eccessivi, ma sai che c'è anche di più.
Inizialmente è innocuo: è lì, lo osservi, sorridi come una scema, e come una scema lo lanci insieme al tuo mazzo di chiavi dentro la borsa, sul comodino, nel cestino degli oggetti da prendere prima di uscire, sul tavolino, un po' per testarne la resistenza e vedere se davvero hai speso bene i tuoi soldi, e un po' per abitudine, perché sei fatta così e una cattiva abitudine è difficile da estirpare.
C'è un gremlin nel salotto.
Il problema delle cattive abitudini, è che scalfiscono ma non feriscono. Ma tante scalfiture possono ferire, se si accumulano.
Oggi lanciando le chiavi hai sgraffiato il mobiletto del pc.
Tu un giorno ti sei messa a giocare col portachiavi, e hai visto che ha dei difetti di fabbricazione, si insomma, non ha il marchio CE, non è adatto ai bambini e se tocchi determinati spigoli, senza le dovute precauzioni, rischi di tagliarti profondamente.
Io l'avevo detto che mettere un machete in mano a un musicista non era una buona idea, perché una lingua affilata taglia anche quando non vuole offendere, ma voi non mi date mai retta.
C'è un gremlin nel salotto.
Un po' le brutte abitudini le cambi, le perdi, e per quanto nel corso degli anni sia inevitabile che il portachiavi si usuri, perché è una legge della natura, cominci a smetterla di graffiare i mobili, ma l'ingrediente segreto è il crimine, e non riesci a smetterla di toccare quegli spigoli, forse sanguinare ti ricorda che sei viva.
In casa ci sono sempre le luci accese, i termosifoni non scaldano mai abbastanza, riusciamo a ritagliarci i nostri attimi solo negli angoli di stanze condivise con altre persone, il nuovo aggiornamento di facebook non ci fa leggere a chi vorremmo e ci sentiamo sempre meno social persino sui social in un periodo in cui tutti avremmo bisogno di un abbraccio, di uno sguardo, di un contatto.
Perché piove sempre quando devo uscire? Perché quando piove la gente si dimentica come si guida?
C'è un gremlin nel salotto.
La vita tendenzialmente è una questione di equilibrio: devi tenerti bilanciato, ma arrivi a capirne il senso negli eccessi, quando sei violentemente felice o abissalmente triste, ed in entrambi i casi le conclusioni alle quali puoi arrivare fanno sempre paura, tanta paura.
Bossa nova in sottofondo, passeggio per una spiaggia deserta a Miami, in un giorno di nuvole alle 3 del pomeriggio, circondato da grattacieli color antracite dalle luci spente, sferzato dal Maestrale.
Mezza paglia se la mangia il vento, mi entra un po' di cenere negli occhi, la mascherina dopo mi puzza di nicotina e trigliceridi da cornetto che fatico a digerire anche se ho fame.
C'è un gremlin nel salotto.
Vorrei avere come voi il fiuto di percepire il pericolo, il fiuto di capire quando una preda è debole, il fiuto per attivare quel sesto senso.
"Ma quant'è carino il tuo portachiavi!", "Levate dar cazzo!", ricostruzione accurata fatta da un semi-ignaro portachiavi.
Io sono capace di piccoli gesti inaspettati e meravigliosi se solo mi lasci entrare nella tua vita, malinconiche spiazzanti follie, cerini che scaldano cuori di cera, un sole che secca la salsedine e dà prurito sulla pelle o una pioggia di gocce di Montenegro, basta che mi lasci entrare, poi ci penso io.
Ce vo pazienza con me, ma mi hanno sempre detto che è una pazienza che viene ripagata, chissà se è vero.
C'è un gremlin nel salotto.
So intuire, leggo tra le righe cose che altri non leggono, so leggere frasi scritte tra le costole dell'anima, frasi che non pensavi fossero mai state nemmeno scritte, però se lo dichiaro io è "Io, professione mitomane", quando te ne accorgi tu, la casa va a fuoco e ti faccio paura.
C'è un gremlin nel salotto.
Ho rotto un'altra tazzina del caffè in una casa-magazzino piena di chincagliere che non ho comprato io, e che ogni giorno di più ho paura che mi seppelliranno.
Su di un balcone fumo l'ennesima, osservo un paesaggio urbano deserto e mi sento in un quadro di Friedrich: pure uscendo in strada, è come se fossi rinchiuso dietro le sbarre di un carcere senza confini.
ENFP-T, Dio che disastro.
C'è un...
Torni a casa, apri il portone, apri la porta: c'è uno stronzo sul mio tappeto, e a me i tappeti manco me piacciono, scarabocchi sulla carta da parati, mosche girano intorno due fette di pizza che hai dimenticato di mettere nel frigo, l'appendiabiti è rotto butti la giacca sul divano, ti siedi, lo schienale si incrina.
Ti alzi, ti affacci da dentro la tua testa attraverso la finestra dell'occhio, vedi che sta arrivando un ospite, provi ad accoglierlo in salotto.
"Posso restare amico?".
"Sì, ma ti pare".
"È tanto che non ci vediamo".
"Non si direbbe, visto com'è ridotto il salotto".
"È colpa tua che non hai pulito bene l'ultima volta".
Sguardo di biasimo verso il suo sorriso stronzo: non è vero, potevi leccarci il pavimento, pezzo di merda.
Si siede sul divano, scansando accuratamente la giacca per allontanare le accuse, e si mette a leggere un libro.
Non parla, non disturba, ha capito che non ho voglia di chiacchiere di circostanza, ma lo so che è una finta, il pezzo di merda sta facendo una finta.
Scoreggia.
Lo sapevo.
Mi siedo sulla sedia buona, accendo il computer, inizio a lavorare ma...
"Dovresti cambiare carta da parati".
"Un'altra volta?".
"Questa è rovinata, è tutta scarabocchiata".
Occhiataccia.
"Vuoi fare un po' di musica?".
"Non ho voglia".
"Vuoi scrivere?"
"No".
"Vuoi parlare?".
"No".
"Vuoi uscire?".
"No. Voglio che mi lasci in pace".
"E allora dai una sistemata a casa".
Chiude la sua copia di "Le migliori barzellette su Totti", si alza e mi suggerisce un video highligts sui migliori colpi di tacco del Capitano.
Casa ce l'ha ridotta lui così.
"Torno laggiù, ci si diverte di più, rispetto che a stare con un musone come te. Ci vediamo domani?"
"Vaffanculo".
"Ci vediamo domani. Tanto lo sai che siamo coinquilini forzati".
Se ne va, sbatte la porta, ma senza violenza: si sono allentati i cardini, non chiude bene e basta un colpo leggero per farle fare tanto rumore, passano spifferi ed è subito Antartide; testa di cazzo, che bisogno c'era di allentare i cardini?
Inarco la schiena, mi appoggio alla sedia comoda, l'unica cosa comoda nel mio salotto.
Mi accendo l'ennesima, espiro, vado verso la porta di casa: chi ha lasciato qua dei candelotti di dinamite?
Ne prendo uno, lo osservo, lo avvicino all'ennesima.
Do fuoco alla miccia sfruttando il globo infuocato, dal calore maggiore quando lo sollecito.
Illuminato solo dalla scintilla che si fa mano mano che la miccia si accorcia, socchiudo gli occhi, inarco il sopracciglio ed inspiro, mentre guardo il candelotto stretto nella mia mano destra: mh, carino.
Perché TDKLand è questo, un paese di musichette mentre fuori c'è la morte.
Perso dentro agli assilli suoi, Tito that Silly Boy.

credits

released March 14, 2021

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Tito Machete Rome, Italy

acqua 59% 41.4 kg
proteine 19% 13 kg
grassi 17% 12 kg
minerali 4% 3 kg
glucidi 1% 0.6 kg
vitamine in tracce 3-5 g

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